Offerte Operator Attack: possibili scenari dopo lo stop
Il Senato approva l'emendamento contro le offerte operator attack, si attende la decisione della Camera: se il ddl Concorrenza passa, cosa cambierà nel mondo delle telecomunicazioni?
- In breve:
- Per "operator attack" si intende la pratica delle compagnie telefoniche di proporre ai potenziali clienti offerte differenziate in base all'operatore di provenienza.
- Il Disegno di Legge sulla Concorrenza vuole mettere fine alle offerte Operator Attack.
- Il settore delle telecomunicazioni in Italia è adesso in attesa di sviluppi cruciali che potrebbero influenzare operatori e consumatori.
Cosa Prevede l'Emendamento?
Il Senato ha recentemente approvato un emendamento al Disegno di Legge sulla Concorrenza che metterebbe fine alle tanto dibattute "offerte operator attack". Queste offerte mobile mirano a specifici segmenti di clientela distinti in base all'operatore di provenienza e sono state al centro di accese discussioni tra l'Antitrust, l'Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori) e le principali sigle sindacali del settore delle telecomunicazioni.
La diffusione delle offerte operator attack degli ultimi anni ha fatto sì che queste finissero nel mirino dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Si tratta infatti della pratica degli operatori tradizionali di proporre tariffe speciali con condizioni vantaggiose, in termini di prezzo e Giga, attivabili in portabilità solo da utenti che provengono da operatori virtuali con l'obiettivo di recuperare una fetta di utenti.
Questa tendenza è stata spinta dalla crescente concorrenza di provider come Iliad e numerosi operatori MVNO che, stando all'ultimo Osservatorio AGCOM detengono il 11,6% delle quote di mercato internet mobile.
La norma dovrebbe quindi imporre l'obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza ed integrare il già esistente divieto di discriminazione previsto dall'articolo 98-duodecies del d.lgs. n. 207/2021 in ambito di comunicazioni elettroniche.
Dunque, i due emendamenti (identici) proposti da Fratelli di Italia e dalla Lega, sono stati approvati dal Senato il 15 Novembre 2023, ma con alcune modifiche al testo originale per fermare anche un'altra pratica scorretta: l'utilizzo improprio delle informazioni sulla portabilità raccolte dagli operatori tradizionali per proporre offerte ad hoc in base al provider di provenienza dell'utente. Di seguito, il nuovo testo approvato dal Senato:
1-bis. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non possono utilizzare le informazioni acquisite per il tramite del database per la portabilità dei numeri mobili, nonché quelle comunque acquisite per esigenze di carattere propriamente operativo, per formulare offerte agli utenti finali aventi a oggetto requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza.
Ora si aspetta la decisione finale della Camera, che tra i vari scenari possibili potrebbe modificare ulteriormente il testo dell'emendamento, iscriviti al nostro canale Telegram per rimanere aggiornato sui prossimi sviluppi e sulle news che riguardano il mondo delle telecomunicazioni.
Cosa sono le Offerte Operator Attack?
Le offerte operator attack consistono in promozioni per il cellulare personalizzate, proposte dagli operatori telefonici maggiori agli utenti a seconda del loro operatore di provenienza. Ad esempio, un cliente proveniente da un gestore virtuale potrebbe ricevere un'offerta vantaggiosa per passare a un nuovo operatore. L'Antitrust in questi casi ritrova una discriminazione verso i clienti, in quanto un utente che non proviene da quell'operatore MVNO specifico non potrà accedere alla stessa tariffa vantaggiosa, minando quindi la sua possibilità di scelta e la concorrenzialità del mercato.
Un esempio di offerta operator attack potrebbe essere la tipica "cambio operatore": immagina di essere un cliente di un operatore telefonico A. Con un'offerta operator attack l'operatore B ti potrebbe proporre una tariffa personalizzata e vantaggiosa solo perché stai pensando di passare da A a B. Questo comportamento rende più difficile per i nuovi operatori entrare nel mercato e consolidare la propria presenza.
Un'altra tipologia di offerta operator attack è quella in cui un cliente a lungo termine di un operatore si vede proporre un'offerta mobile conveniente da un altro provider per via della sua fedeltà al precedente e viene convinto a cambiare. Anche in questo caso, l'Antitrust ha sollevato preoccupazioni riguardo a offerte che favoriscono solo alcuni segmenti di clientela in base all'operatore di provenienza, ciò potrebbe infatti favorire gli operatori più consolidati.
Non manca la tipologia di offerta "torna con noi", ossia quella in cui un operatore che si è deciso di cambiare in passato propone un'offerta interessante per "riportarti indietro", cercando di fare presa sulla fedeltà del cliente. L'Antitrust ha notato che questa tipologia di promozione potrebbe influenzare la scelta dei consumatori in modo non trasparente, facendo sì che le compagnie telefoniche si concentrino sulla concorrenza mirata invece che sulla qualità del servizio.
A cosa serve l'Intervento dell'Antitrust?
L'Antitrust è intervenuta più volte in tutela dei consumatori tenendo conto di fattori come:
- la discriminazione tra clienti: le offerte operator attack possono creare disuguaglianza tra i clienti in base all'operatore di provenienza, anziché competere in modo equo.
- la distorsione della concorrenza: queste tariffe potrebbero ostacolare l'ingresso di nuovi operatori, bloccando la concorrenza e limitando le scelte dei consumatori che sono i primi a farne le spese.
- la mancanza di trasparenza: l'Antitrust ha evidenziato la mancanza di chiarezza e trasparenza nelle offerte operator attack, sottolineando che alcuni dettagli sui costi potrebbero non essere sufficientemente chiari per i consumatori.
Possibili Scenari se l'Emendamento diventasse Legge
Ecco quali potrebbero essere i possibili scenari se l'emendamento venisse approvato anche dalla Camera:
- accesso universale alle offerte: gli operatori potrebbero decidere di rendere disponibili queste offerte a tutti i clienti senza alcuna distinzione basata sull'operatore di provenienza. Ciò porterebbe ad un accesso più equo alle promozioni, estendendo i benefici a tutti i clienti indipendentemente dal gestore telefonico.
- limitazioni sul prezzo: in alternativa, gli operatori potrebbero estendere le offerte a tutti i clienti, ma con limitazioni sul prezzo. Ad esempio, il prezzo potrebbe essere bloccato solo per i primi mesi, garantendo un vantaggio iniziale senza compromettere a lungo termine la competitività del mercato.
- fine delle offerte operator attack e aumento dei costi: un terzo scenario ipotizzabile è la completa cessazione delle offerte operator attack, con conseguente aumento dei costi medi delle offerte mobile. Questo potrebbe influire negativamente sui consumatori, rendendo le opzioni meno convenienti.
Altri possibili sviluppi riguarderebbero l’emergere di ulteriori dinamiche nel settore delle telecomunicazioni. Ad esempio potrebbero essere applicate nuove strategie di marketing altrettanto persuasive o create nuove tipologie di offerte per compensare la perdita delle operator attack.
L'opinione degli analisti di Intermonte sull’approvazione della misura è che questa:
metterebbe fine alla guerra a Iliad e agli Mvno nella quale i grandi gestori negli ultimi anni hanno accettato di diluire il proprio Arpu* pur di riconquistare con offerte win-back e below-the-line una fascia di clienti basso spendenti e altamente infedeli.
*metrica che calcola il ricavo medio per utente generato da un prodotto o servizio.
Reazioni divergenti: il parere dell'Udicon e dei Sindacati
Mentre l'Udicon sostiene pienamente l'emendamento definendolo un passo importante verso la libera concorrenza, le sigle sindacali Slc-CGIL, Fistel-CISL e Uilcom-UIL lo vedono come un errore che potrebbe compromettere il mercato delle telecomunicazioni italiano.
Le divergenze di opinione riguardano l'impatto sull'occupazione e gli investimenti nel settore. L'Udicon ritiene che assicurare prezzi uniformi per tutti i clienti, indipendentemente dall'operatore di provenienza, sia un progresso significativo e definisce le offerte operator attack come pratiche dannose e discriminatorie verso i consumatori.
Gli emendamenti proposti al Ddl Concorrenza pongono fine all'operator attack, assicurano prezzi uniformi per tutti i clienti, indipendentemente dall'operatore di provenienza e rappresentano un progresso significativo verso una concorrenza più equa nel settore della telefonia mobile.
I sindacati, invece, ritengono che l'emendamento non risolva il problema del "dumping scriteriato" (fissare prezzi diversi per consumatori diversi) nel mercato delle telecomunicazioni e propongono l'istituzione di una tariffa minima che assicuri i costi e gli investimenti industriali, anziché eliminare le offerte differenziate basate sull'operatore di provenienza.
Per evitare pratiche potenzialmente distorsive dei grandi gestori dotati di infrastrutture tecnologiche a danno degli operatori virtuali si gettano le basi per infliggere il colpo mortale al settore, con evidenti riverberi sull'occupazione e sugli investimenti infrastrutturali, gli stessi di cui beneficiano anche gli operatori virtuali.
Infine, il parere dell'Antitrust riguarda l'impatto negativo sulla concorrenza delle offerte operator attack e la necessità stringente di un intervento normativo in proposito. Tenendo in considerazione anche il fatto che le offerte telefoniche sono state spesso oggetto di sanzioni per mancanza di trasparenza e chiarezza dei costi.
In attesa della definizione finale della legge, il settore delle telecomunicazioni italiano si trova di fronte a un momento di cambiamento con possibili conseguenze significative per operatori e consumatori.